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   «Si riferisce al simbolo dei Doni della Morte
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «I Doni della Morte
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Be', vede, i credenti ricercano i Doni della Morte» spiegò Xenophilius schioccando le labbra, deliziato dalla bevanda.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Ma che cosa sono i Doni della Morte?» chiese Hermione.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Questi sono i Doni della Morte» rispose Xenophilius.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)


   Pietra della Resurrezione» e aggiunse un cerchio sopra la linea. «Il Mantello dell'Invisibilità» e racchiuse linea e cerchio in un triangolo, a formare il simbolo che aveva tanto affascinato Hermione. «Insieme» concluse, «i Doni della Morte».
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Ma nella storia non compaiono mai le parole 'Doni della Morte'» obiettò Hermione.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   Una pausa. Infine Hermione, ostinata, domandò: «Signor Lovegood, la famiglia Peverell ha per caso a che fare con i Doni della Morte
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Esatto!» Xenophilius alzò l'indice con pedanteria. «Il simbolo dei Doni della Morte sulla tomba di Ignotus è una prova lampante!»
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Oh, perché ci siamo andati?» piagnucolò Hermione dopo qualche istante di silenzio. «Harry, avevi ragione, è stata un'altra Godric's Hollow, una totale perdita di tempo! I Doni della Morte... tutte sciocchezze... anche se» un pensiero improvviso la colpì «potrebbe essersi inventato tutto, no? Probabilmente non crede nemmeno ai Doni della Morte, voleva solo trattenerci fino all'arrivo dei Mangiamorte!»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Ma i Doni della Morte non possono esistere, Ron!»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Far quadrare tutto?» ripeté lui. «Hermione, ma tutto quadra da solo! Su quella pietra c'era il simbolo dei Doni della Morte, lo so! Gaunt ha detto che discendeva dai Peverell!»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   E vide se stesso, padrone dei Doni, affrontare Voldemort, i cui Horcrux non avevano speranza al confronto... nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive... era quella la risposta? Doni contro Horcrux? Esisteva un modo, dopotutto, per garantire che fosse lui a trionfare? Se avesse avuto i Doni della Morte, sarebbe stato al sicuro?
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Voldemort era stato allevato in un orfanotrofio Babbano. Di sicuro nessuno gli aveva raccontato Le Fiabe di Beda il Bardo da bambino, come non aveva potuto ascoltarle Harry. Pochissimi maghi credevano nei Doni della Morte. Era possibile che Voldemort sapesse della loro esistenza?
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Harry affondò lo sguardo nel buio... se Voldemort avesse saputo dei Doni della Morte, di sicuro li avrebbe cercati, avrebbe fatto qualunque cosa per possederli: tre oggetti che rendono padroni della Morte? Se avesse saputo dei Doni, forse non gli sarebbero nemmeno serviti gli Horcrux. Il semplice fatto che avesse preso un Dono e l'avesse trasformato in un Horcrux non dimostrava che era all'oscuro di quest'ultimo grande segreto magico?
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)


   «È così» disse, cercando di trascinarli nell'alone della sua stupefatta certezza. «Tutto si spiega. I Doni della Morte sono veri e io ne possiedo uno... forse due...»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «No che non coincide» ribatté lei. «Non coincide, Harry, ti stai solo facendo trasportare. Per favore» aggiunse, impedendogli di replicare, «per favore, dimmi solo questo. Se i Doni della Morte esistessero veramente e Silente avesse saputo della loro esistenza, se avesse saputo che la persona che li possiede tutti e tre diventa padrona della Morte... Harry, perché non te l'ha detto? Perché?»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Harry, questo non è un gioco, non è un addestramento! Questa è la realtà, e Silente ti ha lasciato istruzioni molto chiare: trovare e distruggere gli Horcrux! Quel simbolo non significa nulla, lascia stare i Doni della Morte, non possiamo permetterci distrazioni...»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Ma Harry non stava ascoltando. Si rigirava il Boccino tra le mani, quasi si aspettasse di vederlo aprirsi e rivelare la Pietra della Resurrezione, per dimostrare a Hermione che lui era nel giusto, che i Doni della Morte esistevano davvero.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Ma Harry quella notte non riuscì a dormire. L'idea dei Doni della Morte si era impossessata di lui, e non poteva riposare quando pensieri inquietanti gli vorticavano nella mente: la Bacchetta, la Pietra e il Mantello, se solo li avesse avuti tutti e tre...
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   E la Bacchetta, la Bacchetta di Sambuco, dov'era nascosta? Dove la stava cercando Voldemort? Harry desiderò che la cicatrice ardesse e gli mostrasse i pensieri di Voldemort, perché per la prima volta in vita sua condivideva con il nemico lo stesso desiderio... a Hermione quell'idea non sarebbe piaciuta, ovvio... ma lei non credeva... Xenophilius aveva ragione, in un certo senso... Limitata. Chiusa. Di vedute ristrette. La verità era che l'idea dei Doni della Morte la spaventava, soprattutto la Pietra della Resurrezione... Harry premette di nuovo le labbra sul Boccino, lo baciò, quasi lo inghiottì, ma il freddo metallo non si mosse...
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   La mattina dopo, disfarono la tenda e partirono sotto un terribile acquazzone. La pioggia li seguì fino alla costa, dove si accamparono quella notte, e non cessò per tutta la settimana, attraverso paesaggi fradici che Harry trovava squallidi e deprimenti. Riusciva a pensare solo ai Doni della Morte. Era come se dentro di lui si fosse accesa una fiamma che nulla, né l'aperto scetticismo di Hermione né i dubbi insistenti di Ron, poteva estinguere. Eppure più il desiderio dei Doni ardeva dentro di lui, meno gioia gli dava. Lui ne attribuiva la colpa a Ron e Hermione: la loro risoluta indifferenza smorzava il suo morale quanto la pioggia incessante, ma nessuna delle due poteva erodere la sua sicurezza, che restava assoluta. La fiducia nei Doni e il desiderio di trovarli lo consumavano al punto da farlo sentire isolato dagli altri due e dalla loro ossessione per gli Horcrux.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Distolto per la prima volta dopo giorni dalle sue riflessioni sui Doni della Morte, Harry corse dentro e vide Ron e Hermione inginocchiati accanto alla radiolina. Hermione, che tanto per fare qualcosa stava lucidando la spada di Grifondoro, fissava a bocca aperta il minuscolo altoparlante da cui usciva una voce molto familiare.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Sì, lo capisco» convenne Harry. Si alzo. «Signor Olivander, un'ultima cosa, poi la lasceremo riposare. Cosa sa dei Doni della Morte
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «I Doni della Morte».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)


   «I Doni della Morte» disse, e fu contento di vedere che quelle parole avevano cancellato il sorriso dal volto di Silente.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «... erano i tre fratelli della storia» confermò Silente, annuendo. «Oh, sì, credo di sì. Che poi abbiano incontrato la Morte lungo una strada solitaria... Mi sembra più probabile che i fratelli Peverell fossero semplicemente maghi dotati e pericolosi che crearono quei potenti oggetti. La storia che fossero i Doni della Morte stessa mi pare il genere di leggenda che può sorgere attorno a simili invenzioni.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «E al centro dei nostri progetti c'erano i Doni della Morte! Quanto lo affascinavano, quanto ci affascinavano! La Bacchetta invincibile, l'arma che ci avrebbe condotti al potere! La Pietra della Resurrezione... per lui, anche se fingevo di non saperlo, voleva dire un esercito di Inferi! Per me, lo confesso, significava il ritorno dei miei genitori, la fine di ogni responsabilità.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «Be', Grindelwald fuggì, come chiunque tranne me avrebbe potuto prevedere. Sparì, con i suoi piani per impadronirsi del potere, i suoi progetti di torture sui Babbani, i suoi sogni dei Doni della Morte, sogni che avevo incoraggiato e sostenuto. Fuggì e io rimasi a seppellire mia sorella e a imparare a convivere con la mia colpa e il mio terribile dolore, il prezzo del mio errore.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «Fui uno sciocco, Harry. Dopo tutti quegli anni, non avevo imparato nulla. Ero indegno di riunire i Doni della Morte, l'avevo dimostrato più e più volte, e questa era la conferma».
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

    Ma chi di noi avrebbe mostrato la saggezza del terzo fratello, se avessimo avuto la possibilità di scegliere fra i tre Doni della Morte? Maghi e Babbani sono altrettanto assetati di potere: chi avrebbe resistito alla 'Bacchetta del Destino'? Quale essere umano, che avesse perduto una persona cara, non avrebbe scelto la Pietra della Resurrezione? Persino io, Albus Silente, troverei più facile rifiutare il Mantello dell'Invisibilità. Il che dimostra che, per quanto intelligente, sono comunque un idiota come tutti.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)